Assieme a ragazzi richiedenti asilo ospiti dell’Italian Consortium of Solidarity - Febbraio 2017

 

1° settimana

Questo VAM ha coinvolto una classe mista di donne e uomini, provenienti dall’Afganistan, Pakistan, Nigeria, Eritrea e Serbia.

L’eterogeneità del gruppo è stato uno stimolo sia per i conduttori che per gli studenti e ha dato vita ad uno scambio armonioso tra i partecipanti, permettendo anche a due neonati di fare parte della classe. Una delle mamme si serviva delle parole apprese per inventare una ninna nanna e calmare il bimbo che ogni tanto chiedeva dell’attenzione.

   

L’ultimo giorno uno studente ha condotto la figlia di dieci anni che è stata accolta volentieri dalla classe e ha partecipato attivamente alla lezione. Ognuno ha messo in comune le proprie capacità, garantendo per l’intera settimana un dialogo partecipato e incoraggiante.

Il primo giorno abbiamo chiesto alla classe di rappresentare con dei disegni le loro conoscenze o curiosità sul tema della ristorazione. Per una buona parte degli studenti il soggetto principale è stato il ristorante – probabilmente per l’affinità col termine ristorazione – che è stato tuttavia raffigurato in maniera assai varia: spazioso, più intimo con pochi tavoli, con giardino esterno e prato fiorito, con una gallina pronta per essere affidata al cuoco, con clienti arrivati in macchina, con un elicottero parcheggiato. Altri disegni rappresentavano frutta e verdura, il cuoco alle prese col cibo, la pizza; qualche disegno raffigurava un ambiente tipo fast-food; un gruppo di persone ha disegnato dei fiori. Infine un disegno mostrava un cuore alato trafitto, dal quale sgorgava del sangue che andava a riempire un bicchiere.

Abbiamo quindi deciso di sviluppare l’argomento in senso lato, dedicando le prime lezioni ai differenti ambiti della ristorazione: il ristorante, la pizzeria, il bar, il fast-food; ci siamo poi concentrati sull’aspetto più quotidiano della cucina, cominciando dalla spesa al mercato e la preparazione di un pranzo per invitare a casa un amico.
Infine partendo dalla necessità di alcuni partecipanti di sapere dove si trovava il mercato coperto di Trieste, abbiamo colto lo spunto per costruire l’ultima lezione su come chiedere e comprendere delle indicazioni stradali.
Ecco nel dettaglio come sono state organizzate le cinque giornate.

Lunedì sono stati utilizzati i disegni come supporto per fornire un lessico di base sul tema: ogni immagine è stata affiancata dalla corrispettiva parola per nominarla. L’ultima ora si è messo in pratica il lessico guardando alcuni video del nostro repertorio che mostravano un pizzaiolo intento a preparare la pizza e un cameriere mentre allestiva una sala da pranzo di un albergo. Con le parole si è quindi passati a costruire le prime frasi, tipo “Il pizzaiolo inforna la pizza con la pala”.

 

Martedì la lezione è partita dai disegni che raffiguravano il fast-food per proseguire attraverso un video in cui gli stessi conduttori ordinavano e pranzavano presso Avrasya, un locale in Val Maura dove lavora Habib ragazzo accolto solo qualche anno fa come richiedente asilo a Trieste.

Ci si è potuti quindi concentrare su un lessico generico come “entrare”, “uscire”, “dare”, “mescolare”, versare”, “piatto”, “brocca”, … e proseguire analizzando più in dettaglio la situazione all’interno del fast-food: leggere un menù, ordinare e rispettare le forme di cortesia, ma anche come affrontare un panino che gronda di condimento e le conseguenti macchie sui vestiti.

  


      
Il video del mercoledì metteva in scena un incontro casuale tra due amici, il conseguente invito e la spesa per il pranzo.

Ci si è potuti concentrare sulla convivialità dell’incontro e poi si è passati all’aspetto più pratico della spesa, la bilancia, i grammi, lo scontrino e il resto.

  


Giovedì si è proseguito con la spesa, facendo un lavoro più accurato sul lessico della frutta e verdura e il dialogo tra commesso e cliente.

È stata un’occasione per proporre dei role-play che hanno coinvolto in modo divertente la classe: molti si sono appropriati della scena sviluppando in modo inedito la situazione. Ad esempio un cliente ha iniziato a trattare il prezzo del pesce cercando di convincere il negoziante ad abbassarlo. Un nostro conduttore è dovuto intervenire offrendo al cliente di comprare a metà il pesce e fare una cena in compagnia.

  

 


Il venerdì è stato dedicato ad un argomento nuovo: partendo dai luoghi reali di Trieste si è costruita la lezione su come chiedere e comprendere le indicazioni stradali. Si è creata una mappa semplificata della città attraverso la quale gli studenti dovevano guidare il personaggio Luigi per trovare i monumenti o i servizi cittadini.

  

Dopo l’intensa giornata, Luigi è stato condotto dentro un autobus grazie al quale è arrivato in una calda giornata di Agosto a Barcola. La visione dei bagnanti ha divertito la classe oltre che permettere di apprendere nuovi vocaboli e sfruttare il magico e rapido stacco temporale dall’inverno all’estate per parlare delle stagioni e i mesi dell’anno.

  

Tutte le lezioni hanno posto l’attenzione sulla struttura della frase: senza addentrarsi nella specificità dell’analisi logica, grazie al supporto dei video si è riusciti a far cogliere la costruzione della frase (soggetto, predicato, complementi) permettendo ai partecipanti di formulare frasi e dialoghi elementari ma estremamente importanti per chi si è avvicinato da poco alla lingua italiana.

Inoltre i video sono sempre stati ottimi input per suscitare nuove curiosità tra i partecipanti, indagare più a fondo la conoscenza della lingua italiana e affrontare argomenti non previsti dai conduttori.

Conduttori:

Francesco Scarel, Giovanni Isetta, Gianandrea Caruso, Luigi Brandi, Rodolfo Bisatti

 

2° settimana

Questo VAM alpha si è svolto nell’ex-caserma Casa Malala a Fernetti (TS).
L’ampia sala della mensa è stata adibita ad aula per le lezioni e il primo giorno è stata interamente riempita dai partecipanti: almeno 60 persone. Questo ha reso inizialmente difficile gestire la classe, soprattutto per i problemi acustici.

  

Dopo la pausa si è risolto il problema togliendo i tavoli e avvicinando le sedie allo schermo. La classe era più raccolta e si è potuto proseguire con concentrazione.

La consegna per disegnare gli story-board è stata più libera rispetto alla settimana precedente: si è chiesto di disegnare “Cosa ti piace fare” o “Cosa ti piace”, facendo intendere ai corsisti di rappresentare aspetti della vita sui quali avevano l’esigenza di esprimersi in italiano.

  

Sono emersi svariati temi connessi alle attività e all’esperienza di ciascun individuo. Molti disegni avevano come soggetto la natura come spazio rigenerante ma anche come luogo di lavoro: vallate, laghi, montagne, fiori, il contadino piegato sul campo.

  

   

Alcune persone hanno raffigurato capanne, case e ponti. In molti hanno disegnato figure femminili chiedendo di poter nominare il corpo umano; infine sono emersi una serie di mestieri come il meccanico, gli attori teatrali, la parrucchiera, il sarto in un’industria tessile di tende.

  

                       
                      

Sono stati raggruppati i disegni in base a questi tre temi (natura, corpo umano, mestieri, edifici) e analizzandoli assieme per capire quali fossero le maggiori necessità della classe, si è colta l’esigenza da parte di tutti di volersi esprimere in italiano su qualsiasi aspetto della vita: ascoltando la classe ripetere in coro i vocaboli emersi dai disegni, si percepiva il piacere degli studenti di poter finalmente far risuonare la lingua del paese dove ora vivono.

A metà settimana alcuni di loro ci hanno rivelato di essere soddisfatti di trovarsi di fronte a degli insegnanti con una metodologia. Ci hanno inoltre dato il merito di essere riusciti a coinvolgere persone che inizialmente avevano deciso di non seguire a priori il laboratorio perché non parlavano e capivano l’italiano.

Due studenti di questa seconda settimana di laboratorio erano presenti anche durante la prima in via Gozzi: è stata una soddisfazione osservare come in pochi giorni siano riusciti a migliorare il loro italiano. Inoltre durante la lezione del mercato, comune ad entrambe le settimane, per noi conduttori è stato incoraggiante vedere come si fossero già ben appropriati del lessico e fossero completamente autonomi nel formulare nuove frasi.

I soggetti scelti per le lezioni dal martedì al venerdì sono state le seguenti: il contadino, la spesa al mercato, il meccanico, il corpo umano e il medico.

  

  

I video hanno permesso di affrontare aspetti della grammatica di base come genere e numero dei nomi regolari, pronomi personali soggetto, numeri cardinali, preposizioni semplici, coniugazione attiva di essere e avere, e dei verbi regolari all’indicativo presente, avverbi come così, molto, poco, tanto, più, meno, bene, male, la forma di cortesia vorrei, il passato prossimo e il futuro semplice.

I partecipanti sono sempre stati attenti e le lezioni sono state per loro degli spunti per approfondire alcuni aspetti legati alle loro necessità quotidiane: ad esempio il bisogno di esprimere il futuro dei verbi è emerso perché alcuni desideravano spiegarci che il venerdì sarebbero arrivati in ritardo perché sarebbero ritornati in autobus da Trieste dopo la preghiera.

Anche durante questo laboratorio hanno riscosso molto successo le drammatizzazioni: questa attività è un momento molto costruttivo perché gli astanti imparano la lingua giocando e l’aula si trasforma in un microcosmo pieno di vita ed energia.

Uno studente durante la lezione sul mercato ha deciso di portare con sé altre quattro comparse e inscenare un gruppo di amici alle prese con una spesa per una grande festa. Il commesso del mercato è stato al gioco presentando un conto altrettanto cospicuo.

  

I video sul meccanico e il contadino, mestieri che non interessavano tutta la classe, attraverso la metodologia VAM sono stati comunque dei momenti per esporsi, esprimersi in italiano e apprendere le basi grammaticali della lingua.

  

  

  

Il medico è sempre una lezione avvolgente perché permette di soffermarsi sul corpo e l’impiego da parte nostra di un manichino vivente è un aspetto importante: il contatto umano che si crea nel momento in cui vengono attaccate i nomi sulle parti del corpo è una prova di fiducia reciproca.

     

Questa lezione è sempre vitale perché le funzioni degli organi e i bisogni fisici, come avevano scoperto gli antichi greci con la commedia, sono sempre un momento di divertimento. Le scene finali sono infine uno scambio in cui le persone rivelano realmente i loro dolori e possono così scaricare le tensioni accumulate.

Il laboratorio coinvolge quindi le persone per la sua capacità di realizzare una lezione e costruire contemporaneamente relazioni umane: donne e uomini, europei, asiatici e africani vivono per cinque giorni un’esperienza intensa di convivenza e amore.

Oltre a ciò, rispetto agli altri laboratori realizzati in altre sedi, si è colto per le persone della Casa Malala un bisogno maggiore di costruire legami con la città. Questo aspetto si coglieva ancora di più osservando come le persone sedute in ultima fila erano quelle che più volentieri partecipavano agli esercizi quando erano coinvolti.

La settimana è stata quindi molto coinvolgente e il finale è stato effettivamente una grande festa come auspicava lo studente che si immaginava di andare al mercato per preparare una grande cena. Alla fine della lezione del venerdì un gruppo di persone sono rimaste e ci hanno trattenuto per scattare una miriade di foto.

L’affetto di questi partecipanti si è manifestato inoltre ogni giorno alla fine della giornata con l’offerta di un té caldo alla pakistanese (con latte e zucchero). Negli ultimi giorni anche durante la pausa ci è stato portato un té di supporto con biscotti.

Conduttori:

Léora Balbi, Rodolfo Bisatti, Luigi Brandi, Sara Brumnich, Gianandrea Caruso, Giovanni Isetta, Francesco Scarel, Maja Spacapan