Assieme ai richiedenti asilo ospiti di Italian Consortium of Solidarity - Maggio 2015

 

Un foglio trovato appeso al muro della classe l’ultimo giorno di laboratorio:


"A pen can win the war and education is the most powerful thing in the world (with) which you can change the world."

"Una penna può vincere la guerra e l’educazione è la cosa più potente al mondo con la quale cambiare il mondo"

 


La presenza e partecipazione del gruppo di ragazzi è stata numerosa, costante e attiva. Abbiamo riscontrato un’attenzione e solidarietà vitali e creative nel gruppo.

La peculiarità di questo VAM è stata quando s’è passati dal filmare e raccontare le cose della vita e della città al raccontarsi. Dalla descrizione oggettiva si è passati a quella soggettiva.
I Ragazzi hanno potuto vedersi e ascoltarsi in tempo reale mentre raccontavano di sé e del loro rapporto con l’ambiente.

 

Procedimento

Nel primo modulo dopo una rapida presentazione s’è passati all’utilizzo del disegno come lingua universale per dare forma a ciò che è più urgente apprendere in italiano: la casa, la natura, il lavoro, lo svago.
Si è nominato ogni disegno nell’insieme e nelle sue singole parti.

 



Nel secondo modulo s’è proseguito filmando nella realtà le tavole disegnate: come per esempio una pizzeria e il lavoro del pizzaiolo, la pesca, la pescheria, il mercato rionale.
Attraverso l’analisi dei filmati s’è raggiunta una base linguistica fondata sulla pratica quotidiana, sulle aspirazioni a trovare un lavoro soddisfacente.

 

Nel terzo modulo tutto questo è stato accompagnato da un vocabolario sempre più ricco, da un lavoro sui verbi, sugli articoli, o semplici proposizioni, sempre riconducibili a quanto realizzato sulla carta e poi in video.

 

Il quarto e quinto modulo s’è determinato con una fase avanzata, quando il gruppo s’è appropriato dello strumento comunicativo cioè dell’opportunità d’utilizzo del video per segnare alcune cose fondamentali come per esempio l’utilizzo del bus per spostarsi in vari luoghi della città.
C’è anche chi ha scritto e raccontato le proprie esigenze e aspettative.

 

Considerazioni estratte dalle riunioni di lavoro

"Il disegno ha una grande importanza per mediare la comunicazione in assenza di una informazione verbale e i video hanno potenziato i disegni dei ragazzi.

Abbiamo stretto il legame tra disegno e immagine in movimento come espressione della volontà dei partecipanti, cioè il voler nominare e conoscere le cose concretamente, da molto vicino. I partecipanti hanno disegnato la pizzeria, il lavoro, la natura e, immediatamente, nella programmazione quotidiana, noi abbiamo realizzato i video della pizzeria o della natura: fiori, frutta, alberi, piante.

C’è stato un potenziamento; un approfondimento di questo passaggio rendendolo in tempo reale: un occhio che guarda, vede la cosa e istantaneamente la nomina. Una restituzione senza intermediazioni intellettualistiche, totalmente funzionale al metodo e in effetti, in particolare il terzo modulo del laboratorio è stato fiammeggiante; una simbiosi totale con il gruppo, un circolo completamente virtuoso di passaggi di parole, immagini, richieste, domande che hanno prodotto tantissimo materiale." (Pasetti)

 

"Sostanzialmente possiamo riprendere qualsiasi avvenimento dettato dalla contingenza: filmare la sostituzione di una lampada al neon nella stanza dove facevamo lezione, come è capitato, diventa la lavagna tecnologica sulla quale lavorare.

Questa dinamicità e volontà di cogliere l’istante portano nel laboratorio un’energia vitale, cioè la vita, l’esistenza enunciata del momento" (Scarel)

 
        

"In un Vam così complesso che ha bisogno di delicatezza nell’approccio non possono esserci un numero inferiore di 3 conduttori, noi ci siamo trovati per questo VAM anche in sei, lavorando sui disegni, sul video e all'istante sulla restituzione di quello che è il linguaggio: parole, azioni e verbi.

Per cui, per avere questa continuità e non il balbettio e la balbuzie metodologica ci vuole questa “catena di montaggio” che in questo caso funziona non in senso negativo ma sequenziale: si esaminano i disegni, i disegni hanno espresso una certa cosa, il video che è immediato restituisce anche la dinamica, anche le azioni, perché sono piccole progressioni dove si vedono le cose che succedono e mentre si analizzano questi materiali (disegni e video) escono i vocaboli, escono i gesti, escono i verbi, escono gli elementi linguistici.
Il nostro scopo non è fare un corso di lingua italiana, ma la lingua italiana passa attraverso questo circolo virtuoso tra quello che è uscito dai partecipanti, restituito da un audiovisivo che ha dentro tutto il suono, la drammaturgia, gli oggetti, coinvolge i contesti e quello che viene nominato. La cosa individuata, è talmente concreta e impossibile da abbandonare che viene sviscerata anche nell’aspetto linguistico. Il passaggio delle informazioni tra i conduttori è rapido, in real-time". (Pasetti)

"Il VAM è come lo scrittore che non si spaventa più davanti all’orrore della pagina bianca, la tela, il foglio, il blocco di marmo, la telecamera.

Il VAM funziona da contenitore modellato ma anche modellante. Accoglie in una certa maniera e sa come accogliere. Questo procedimento è impossibile da eludere, questa specie di azzeramento, questa dialettica negativa che c’è dentro al metodo.

La Camera Zero si realizza, è l’ascolto". (Pasetti)

"Tutta la preparazione dei video per l’incontro pomeridiano viene realizzata la mattina stessa dopo la riuone operativa, dai nostri operatori e conduttori, utilizzando l’esperienza del giorno prima.

Escono questioni essenziali; è come ridare un peso semantico alle parole: il pesce, la frutta, il mercato, l’autobus. Una realtà oggettiva quando entra nell’inquadratura suggerita dai partecipanti viene rafforzata nella sua funzione. E’ la differenza tra oggetti energeticamente rilevanti e “cose morte”.

I ragazzi guadano le cose per rinominarle, danno loro la vita che si meritano, il loro valore d’uso inizia dalla loro individuazione. Prendere un mezzo pubblico per spostarsi, per esempio, diventa una questione sostanziale, per nulla scontata, non banale, ma necessaria.

Fare attenzione alle cose, ai dettagli è ciò che contraddistingue il VAM ICS. Far vedere, rivelare, quello che non è facile osservare per noi cittadini “integrati” perché eccessivamente a portata di mano." (Bisatti)

"Nel VAM non sfaccendiamo il palcoscenico come diceva Carmelo Bene quando criticava movimenti inutili e riempitivi degli attori sulla scena, non diamo per scontato automatismi del linguaggio, ci Interessa la Visione." (Pasetti)

"Il passo creativo di questa sessione VAM è scaturito quando abbiamo filmato i ragazzi mentre disegnavano e commentavano spontaneamente i loro disegni. Conversazioni in tempo reale. Passaggio tra oggettività e soggettività… qui c’è la proiezione del rispecchiamento, dalla visualizzazione del disegno si passa alla restituzione dell’autore del disegno.

Il video in questo caso è servito anche a dividere lo schermo tra colui che parla e ciò che ha prodotto. I ragazzi sono diventi soggetti attivi naturalmente." (Scarel)

"Ci sono sicuramente diversità metodologiche nel VAM rispetto a una scuola tradizionale di lingue, di cinema, di comunicazione ecc… ma La Video Alfabetizzazione Multisensoriale veicola una relazione che va oltre e che si concretizza e incarna in una richiesta chiara da parte dei ragazzi alla fine del laboratorio:

Ma come? Non ci vediamo lunedì? " (Pasetti)

 

Conduttori:

Rodolfo Bisatti, Maurizio Pasetti, Francesco Scarel, Jacopo Bisatti, Flavia Serio, Salvatore Frisina, Valeria Fabris