Assieme ai richiedenti asilo ospiti di Italian Consortium of Solidarity - Marzo 2015

 

In questo laboratorio abbiamo toccato le radici intime di cosa significa conoscere una Lingua.

Il rapporto insegnamento/apprendimento nell’ambito dell’educazione significa ex-ducere, cioè tirar fuori. Ma nel tempo questo ex-ducere si è trasformato in un indurre, s’induce qualcosa nel discente, anche senza cattive intenzioni, forse inconsapevolmente, si propone un modello autoritario camuffato da metodo democratico. Con il metodo VAM abbiamo rovesciato la prospettiva, cioè siamo entrati noi all’interno della “sfera” degli studenti, delle loro esigenze vere, concrete, affettive. L’esigenza primaria per questi ragazzi immigrati è di possedere la lingua italiana.


Sintesi del laboratorio sperimentale

Dopo esserci presentati (grazie alla conoscenza della lingua inglese da parte di alcuni di loro) abbiamo semplicemente chiesto ai ragazzi cosa gli piaceva fare. Tutti hanno parlato e tutti hanno espresso, com’era ovvio, la volontà di voler apprendere la lingua italiana.

Sono emersi anche quattro temi generali che riguardano il loro piacere nel fare SPORT, il loro pensiero alla CASA, l’amore per la NATURA e il LAVORO come necessità per vivere.

A questo punto, per stimolarli a definire meglio questi temi, abbiamo utilizzato una modalità che poteva essere immediatamente comunicativa: il linguaggio del disegno. Non avendo con la stragrande maggioranza di loro l’interfaccia della lingua parlata e scritta, abbiamo utilizzato un linguaggio che, in quel momento, diventava universale. Si è venuto così a formare un abbecedario funzionale (e sentimentale) pieno di segni, colori, movimento. Si è dato il nome alle cose che avevano disegnato cercando di suscitare in loro il sentimento, l’azione sentimentale che accompagnava quei disegni e il perché di queste azioni.

Sono emerse delle situazioni molto interessanti: per esempio che il cuore è un organo del nostro corpo ma è anche un organo del sentimento. Un ragazzo, a un certo punto, dopo che avevamo nominato i vari stati d’animo umani, ha detto: “IO SONO FELICE DI ESSERE LONTANO DALLA MIA TERRA”. Un altro ragazzo, suo connazionale, ha capito l’essenza di questa frase e non era d’accordo: ciò ci ha consentito di introdurre la parola “NON” all’interno della stessa frase.

Per potenziare l’interesse, le motivazioni, l’attenzione e la fiducia del gruppo abbiamo proposto dei filmati girati da noi, che riguardavano i temi che loro avevano fatto emergere, LA CASA, IL LAVORO, LO SPORT.

Abbiamo realizzato delle brevi riprese nella nostra casa di Trieste con delle azioni abbinate: aprire la porta, camminare, recarsi in cucina, preparare il caffè, fumare una sigaretta in un momento di relax…

Per il “Lavoro” abbiamo filmato dei cantieri nella città di Trieste, un cantiere che sta costruendo un edificio, l’asfaltatura di una strada. I ragazzi hanno colto immediatamente la proposta e hanno reagito rispecchiandosi, hanno riconosciuto la città dove ora vivono, i luoghi reali, le azioni concrete. Il passaggio dai disegni alle immagini vivide è stato un momento determinante che i ragazzi hanno compreso e molto apprezzato.

 

  
Conduttori: Rodolfo Bisatti, Maurizio Pasetti, Francesco Scarel, Jacopo Bisatti, Aldo Nodari