Assieme ai richiedenti asilo ospiti di Italian Consortium of Solidarity - Giugno 2015

 

INTRODUZIONE

Se nel primo VAM abbiamo introdotto l’uso del disegno e del video come linguaggio universale e nel secondo VAM abbiamo ‘assistito’ al passaggio dal racconto oggettivo al racconto soggettivo, in questo terzo VAM il racconto si è spostato fin dall’inizio sui bisogni reali dei partecipanti: i ragazzi hanno saputo utilizzare la possibilità che veniva loro offerta in modo estremamente utile ed efficace: alla nostra domanda “cosa vi interessa imparare?” hanno risposto proponendo tre tematiche di primaria importanza nella loro vita quotidiana, cioè presentarsi ad un’altra persona, la cucina e la visita dal dottore.

PRIMO MODULO

A seguito della loro richiesta di imparare le forme comunemente usate in lingua italiana per presentarsi ad un’altra persona, abbiamo chiesto loro di disegnare ciò che ritenevano maggiormente importante per raccontarsi; dai disegni sono emersi alcuni temi ricorrenti fra cui il lavoro, la patria di provenienza, l’amore per le rose e la natura in genere. Le cose e le azioni disegnate sono state poi nominate e i verbi coniugati, ciò ha permesso di fare un primo esercizio per osservare e comprendere concretamente le parole e la gestualità dell’incontro tra due persone.

SECONDO MODULO

Dando seguito a quello che i partecipanti hanno disegnato il primo giorno, abbiamo ripreso dei giardinieri che piantano fiori e le principali dinamiche legate all’utilizzo dell’autobus. Durante il laboratorio i brevi video realizzati in mattinata a Trieste sono stati scomposti e tradotti in parole e azioni; l’interesse e la partecipazione è stato elevato.

"L’italiano è la chiave per una nuova vita", questo è quanto ci ha detto uno dei partecipanti alla fine dell’incontro.

TERZO MODULO

La prima parte dell’incontro è stata dedicata, come da loro richiesto, alla cucina. Abbiamo utilizzato alcune immagini di repertorio raccolte lo scorso anno in località Campo Sacro; c’è stato molto interesse nel riconoscere un luogo a loro noto, erano curiosi di sapere quando ed in che contesto erano state realizzate le immagini. La seconda parte del laboratorio, tramite la visione e spiegazione di un filmato realizzato la mattina stessa, è stata dedicata al lavoro di un meccanico nella sua officina; come per i video precedenti, attraverso la descrizione degli attrezzi e delle azioni compiute dal meccanico, abbiamo potuto introdurre parole e verbi comunemente usati nella vita quotidiana, però applicati al contesto lavorativo. A fine giornata un ragazzo ci ha indicato i temi del viaggio/uso della stazione e del dottore come molto importanti per la loro vita quotidiana. In serata abbiamo dunque ripreso in video una dottoressa che ha spiegato il protocollo e le dinamiche tipiche dell’accesso al pronto soccorso (codici di gravità, tempi di attesa, etc.), le principali e più comuni problematiche relative alla salute (mal di testa, mal di pancia, febbre, etc.) ed i relativi sintomi.

QUARTO MODULO

Il tema della salute ha generato un estremo interesse e notevole coinvolgimento. Per tutta la prima parte del laboratorio abbiamo assistito ad un continuo affluire di persone e ad una forte risposta in termini di attenzione e curiosità rispetto al tema trattato. I ragazzi si confrontavano animatamente e si aiutavano fra di loro per capire quanto veniva loro mostrato e raccontato. La spiegazione su come affrontare una visita dal dottore, è stata scomposta nelle tre domande principali: “dove ti fa male”, “come ti fa male”, “da quanto tempo”; la complessità del tema trattato non ha impedito ad alcuni di loro di rimanere attenti e partecipativi per tutta la durata del laboratorio. A fine lezione molti di loro ci hanno ringraziato, ed un ragazzo - dopo averci chiesto se il laboratorio si sarebbe svolto anche le settimane seguenti - ci ha detto: “ Cinque settimane così e io imparo l’italiano”.

QUINTO MODULO

Dopo una lunga discussione se affrontare o meno il tema del viaggio e della partenza, abbiamo convenuto che non avevamo abbastanza elementi di confronto con i partecipanti al laboratorio per affrontare un tema così delicato. Abbiamo quindi deciso di approfondire l’argomento iniziale da loro proposto, il presentarsi agli altri, non solo come semplice formalità ma anche e soprattutto come primo momento importante per la conoscenza reciproca. Abbiamo dunque realizzato due nostre ’video carte di identità’ ed un breve scatch per mostrare l’incontro fra due persone. Durante la lezione abbiamo guardato i filmati e ricavato le principali informazioni: nome e cognome, età e data di nascita, luogo di provenienza e abitazione, attività lavorativa. In entrambe le situazioni - ‘video carta di identità’ e ‘incontro con l’altro’ - dalla rappresentazione filmata siamo tornati nella realtà, mettendo in scena una situazione tipica e abbiamo chiesto loro di fare altrettanto; li abbiamo ripresi e abbiamo poi guardato e commentato insieme i filmati. Tutto ciò ha creato grandissimo entusiasmo e un’autentica partecipazione; abbiamo notato inoltre che anche coloro che sembravano mostrare più difficoltà nella comprensione e nell’uso della lingua, coinvolti in una situazione concreta e partecipata, hanno saputo mettersi in gioco e farsi capire. Questa attività ha avuto una risposta positiva per due motivi principali: innanzitutto noi stessi ci siamo mostrati e raccontati, in secondo luogo nell’arco delle cinque giornate di laboratorio si è instaurato un reciproco rapporto di fiducia e una modalità relazionale che ha coinvolto soprattutto la sfera affettiva.

CONCLUSIONI

Una specificità di questo approccio consiste nel fatto che il coinvolgimento dei conduttori non si limita al tempo dedicato al laboratorio ma è totale. Ciò permette l’instaurarsi di una relazione empatica con i partecipanti. Nei momenti immediatamente precedenti, nei momenti di pausa e subito dopo il laboratorio si attiva uno scambio fra i conduttori e partecipanti che porta riflessioni e considerazioni molto utili all’affinamento e alla centratura del metodo. Questi momenti dunque non sono affatto marginali, ma sono da considerarsi parte integrante e imprescindibile dell’incontro.

 

“IL VAM va alle radici affettive della persona che parla la lingua” (Pasetti)

“Io guardo il filmato, parliamo, e io capisco” (Slobodan - partecipante al laboratorio)

 

Conduttori:

Rodolfo Bisatti, Maurizio Pasetti, Valeria Fabris, Francesco Scarel, Jacopo Quadri, Flavia Serio e Angela Morittu. Documentazione di Erika Rossi e Linda Dorigo.